Articolo apparso su l’Unità del 24/10/2015
Una mitologia contemporanea
“È vero, tutto vero, il lato oscuro e lo Jedi sono reali” annuncia Jan Solo/Harrison Ford nel trailer del nuovo capitolo di Star Wars diretto da J.J. Abrams. Il settimo episodio della saga ideata da George Lucas, ambientato trent’anni dopo i fatti narrati nell’ultimo episodio della trilogia originale Il ritorno dello Jedi, uscirà in Italia il prossimo 16 dicembre. “È vero, tutto vero”: dopo quindici anni di attesa, si è risvegliata una passione globale che era soltanto temporaneamente sopita, scatenando una nuova ondata di ossessione di massa.
Infatti, se la cultura pop costituisce la mitologia contemporanea, Star Wars è il suo poema epico fondativo. È riuscito a plasmare una mitologia, a creare personaggi diventati figure emblematiche, a incarnare valori universali con la forza dell’allegoria, a dare forma a un’epopea che si situa tra il passato e futuro, mediante la quale si conservano e tramandano gli archetipi identitari della civiltà occidentale e orientale. Secolo il filosofo berlinese Heinz Wismann, Star Wars “è l’Iliade con un po’ di Freud e di western”.
E questo mito pop ha la forza della verità – “è vero, tutto vero”– perché veicola un messaggio filosofico tramite la forza di un racconto cinematografico appassionante e inquietante, con la forma del pastiche post-moderno che mescola riferimenti cross-mediatici. Perché, come aveva già compreso Aristotele, con le immagini (anche quelle in movimento dell’opera cinematografica) “capita di apprendere contemplando”.
Star Wars è un’opera d’arte totale: capace di “aprire un mondo”, di rendere abitabile per lo spettatore un universo coerente che ha un proprio linguaggio, una definita fisionomia estetica e un pervasivo codice etico e spirituale. La forza di questa epopea, infatti, è il suo carattere di “opera aperta”. Star Wars non è un testo scritto una volta per sempre, ma una forma plastica in perenne trasformazione, analizzata, ripensata e vissuta dai milioni di fan raggiunti in ogni angolo del globo dal martellante incedere delle saga.
Il regno dei fan – non è un caso che la parola inglese fandom faccia riferimento al potere di impero – ha continuato a costruire connessioni, riletture e riscritture al di là delle intenzioni dell’autore. “Universo espanso”, infatti, è stato definito l’insieme di film, serie, cartoni animati, video-giochi, fumetti, libri, gadget che è stato generato da questa immortale saga.
Che la forza sia con te
“La Forza ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la galassia”. La potente metafora della Forza proposta nel primo episodio ritorna con il titolo del settimo capitolo Il risveglio della forza. Squadernando una miriade di interpretazioni che affondano le radici agli albori della cultura umana.
Dalla cosmologia greca che ci presenta un mondo che si origina da una forza primigenia, da un’energia pervasiva che plasma il cosmo e dà forma al caos; al mito manicheo dell’eterna lotta tra bene e male, tra luce e ombra. Fino alla filosofia del Tao te ching, Il libro della Via e della Virtù, con il rapporto di polarità reciproca e inscindibile tra Yin e Yang che, nel loro significato originario, designano la parte in ombra e la parte al sole di una montagna. Il filosofo francese Gilles Vervisch scrive nel saggio appena uscito Star Wars, la philo contre-attaque (Le Passeur 2015) che la saga si impone come “una maniera nuova di pensare in rapporto all’Occidente e a Cartesio. La filosofia di Star Wars è: non penso, dunque sono”. La metafora della filosofia jedi, quindi, ci costringe a porci le grandi domande alle quali la filosofia e la religione, fin dalla notte dei tempi, tentano di dare risposta.
“Usa la Forza, Luke. Segui l’istinto” dice Obi-Wan. Un invito a farcela con le proprie forze, ad affidarsi alla forza interiore, a forzare i propri limiti. Torna l’appello all’antico “conosci te stesso” e prenditi cura della tua anima. La filosofia così concepita diventa un vero e proprio esercizio spirituale ineludibile anche per la formazione dell’individuo contemporaneo.
Ma “il risveglio della forza” può diventare il grimaldello per un’ulteriore riflessione nel dibatto che scuote lo spazio pubblico occidentale perennemente coinvolto in una lotta per l’egemonia tra forze culturali, politiche ed economiche; nello scontro tra la forza della democrazia e la forza dei fondamentalismi, con l’epilogo della guerra che minaccia di diventare realtà. Un contesto che richiama la necessità di una politica di decisioni, di atti di forza, di leader capaci di scegliere e convincere.
Un ritorno della forza percepito come necessario e auspicabile che convive con la costitutiva seduzione del suo lato oscuro. “È così che muore la libertà – recita una delle battute rimaste memorabili pronunciata da Padmé Amidala ne l’episodio III La vendetta dei Sith – sotto scroscianti applausi”. Parafrasando Kant, solo “la forza con la libertà e la legge costituiscono la repubblica, la forza e la legge senza la libertà conducono al dispotismo”.
Da un lato, quindi, il risveglio della forza è l’espressione di una luminosa speranza come il saluto benaugurante dei Jedi “che la Forza sia con te”. Dall’altro, cela una minaccia onnipresente che confina pericolosamente con la dannazione faustiana, con la superbia di Prometeo, con la tentazione luciferina.
Per una filosofia jedi
Ma “solo i Sith ragionano per assoluti” e bisogna abituarsi a vivere in questa complessità al di là della facile retorica. Il “risveglio della Forza” ci invita a sostare in questa affascinante e temibile ambiguità. Il ritorno – sia come desiderio che come rischio – si impone come cambiamento inevitabile e necessario che porta con sé incontenibili e imprevedibili conseguenze.
Anche la filosofia, quindi, deve ascoltare e usare la forza. Il dialogo filosofico, lungi dall’essere una pacifica e innocua esposizione di punti di vista, deve tornare ad essere una pericolosa guerra senza quartiere tra “pensieri forti”, che propongono visioni antitetiche della realtà, che hanno il potere di plasmare il mondo e modificare la nostra esistenza.
Il grimaldello della Popsophia, insomma, che vuole squadernare tutte le implicazioni di una controversa passione pop per interpretare le sfide del contemporaneo. E per fronteggiare le inquietudini del nostro tempo è doveroso e necessario ascoltare Dark Vador oltre che Platone, Obi-Wan Kenobi oltre che Jocho Yamamoto, Palpatine oltre che Machiavelli. La filosofia, insomma, deve seguire l’insegnamento di Yoda: fare o non fare. Non c’è provare.
Il tema di popsophia 2016
Spade laser come penne, Jedi come filosofi e l’iperspazio del contemporaneo come orizzonte. Popsophia, il festival che coniuga filosofia e cultura pop, ha scelto “Il ritorno della Forza” come tema dell’evento internazionale che si svolgerà dal 7 al 10 luglio alla Rocca Costanza di Pesaro. Ancora una volta la Popsophia dovrà percorrere vie poco battute per imporsi all’interno del dibattito culturale internazionale con l’energia di proposte inedite e provocatorie. La forza ti sta chiamando… lasciala entrare. Tutte le informazioni su www.popsophia.it