LAGGIÙ. Lo spettacolo della scuola di Scenografia sulla Tempesta

LAGGIÙ. Perdersi e ritrovarsi nella tempesta – Al teatro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, sabato 8 giugno 2024 dalle ore 17.00 alle ore 19.00, Performance teatrale e allestimento scenico a cura della Scuola di Scenografia ABABO.

Il teatro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna si trasforma nella labirintica isola di Prospero. La Scuola di Scenografia di ABABO – in occasione del Bologna Portici Festival – allestisce un’installazione performativa ispirata a The Tempest, ultima opera e testamento artistico di William Shakespeare. Il titolo della performance è Laggiù. Perdersi e ritrovarsi nella tempesta e sarà visitabile dalle ore 17.00 alle ore 19.00 di sabato 8 giugno, con ingresso gratuito e senza prenotazione.  

L’allestimento è la conclusione di un percorso di ricerca annuale: l’anno accademico 2023-2024, infatti, è stato dedicato al centenario di Luciano Damiani – grande scenografo, costumista e regista che si è formato e diplomato all’Accademia Clementina sotto la guida di Giorgio Morandi. A Damiani, geniale innovatore dell’arte scenica che ha segnato la storia del teatro del Novecento, la scuola di scenografia ha dedicato approfondimenti, workshop e incontri con ospiti prestigiosi. E proprio al suo allestimento più famoso è dedicata la performance che si svolgerà sabato 8 giugno, cioè la storica messa in scena della Tempesta di Shakespeare, il suo ultimo spettacolo al Piccolo di Milano con la regia Giorgio Strehler nel 1978. 

Ispirati dalla famosa “seta tempesta” di Damiani, gli studenti di scenografia hanno trasformato lo spazio del teatro in un dedalo di velature leggere e tessuti trasparenti. Con pochi oggetti scenici, come vuole l’asciutta e astratta poetica damianesca, prende forma un mondo che non c’è, uno spazio labirintico, senza connotazioni realistiche o geografiche, in cui imparare a perdersi.

Le studentesse e gli studenti del triennio e del biennio di Scenografia hanno curato tutti gli aspetti della messa in scena, mettendosi alla prova in tutti gli ambiti dell’arte teatrale: la regia coordinati dalla prof.ssa Natalia Antonioli, l’allestimento scenico con la prof.ssa Benedetta Dalai, il trucco, i costumi e il workshop di maschera con Donatella Mondani a cura della prof.ssa Vittoria Papaleo e il sound design con il prof. Marco Cesare Consumi, la pittura di scena con il workshop nel laboratorio di Rinaldo Rinaldi curato dal prof. Marcello Morresi, la realizzazione tecnica con la supervisione del prof. Nicola Bruschi, la ricerca storica ed estetica con la prof.ssa Lucrezia Ercoli. Un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le annualità della scuola di Scenografia, a cui hanno collaborato anche studentesse e studenti di Fashion Design e di Pittura (nel team dei performer) e del triennio e biennio di Pittura (per l’allestimento sonoro).

Nell’isola “noi tutti abbiamo ritrovato noi stessi, quando nessuno era più sé stesso” dice Gonzalo nella Tempesta: il naufragio sull’isola diventa metafora di un viaggio alla deriva, di allontanamento e di avvicinamento alla propria identità perduta.   

 Laggiù è un vero e proprio viaggio iniziatico. Il percorso nel labirinto dell’isola-teatro coinvolgerà tutti i sensi: suoni indefiniti che provengono da un altrove, ombre enigmatiche e visi celati da maschere, profumi inebrianti portati dal vento, specchi infranti che deformano i volti e impediscono ogni tentativo di riconoscimento.

Laggiù è pieno “di rumori, suoni e dolci arie che danno piacere e non fanno male” assicura il Calibano shakespeariano. Nella foresta buia e intricata, due occhi enigmatici ci guardano inquieti. E in quest’atmosfera perturbante le parole perdono significato e rimangono solo i gesti ripetitivi di personaggi senza voce e senza volto, che riportano alla memoria riti perduti nell’isola senza tempo. 

Laggiù tutto è possibile. Incontri inaspettati e meravigliosi attendono gli spettatori che accoglieranno l’invito al viaggio.