Il mito del Wanderer – 5 novembre a Forlì

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sabato 5 novembre – ore 16.00
Chiesa di S. Antonio Abate in Ravaldino – Forlì

Conferenza Concerto
IL MITO DEL WANDERER

Tra inquietudine filosofica e impossibilità di vivere il presente

interventi di LUCREZIA ERCOLI

soprano ELENA BERNARDI
pianoforte MANILA SANTINI

musiche di L. v. Beethoven e F. Schubert

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lo vago silenzioso, infelice,
e sempre mi domando sospirando: dove?
E sempre: dove?
Una voce misteriosa mi risponde:
«Là dove tu non sei, là c’è la felicità!».

F. Schubert: Der Wanderer D. 489

GIOIA – PASSIONE DELL’ATTESA
Musica delle passioni III edizione 2016
Ideazione e direzione artistica: ANDREA PANZAVOLTA e FILIPPO PANTIERI

Il Viaggio in Italia di Goethe, di cui ricorre il duecentesimo anniversario della pubblicazione, non è solo un rutilante catalogo di luoghi e di monumenti visitati, ma anche uno squisito saggio di estetica, una eccezionale testimonianza del clima culturale coevo, una confessione inquieta e a tratti tenebrosa e soprattutto un’infuocata dichiarazione d’amore per l’Italia, il paese della Gioia.

Sideralmente distante dalla felicità, parola odiosa perché refrattaria all’incontro con l’Altro, la Gioia è dolente consapevolezza dell’umano patire e insieme superamento dello stesso attraverso una fraterna lotta amorosa. La gioia è per sua natura corale: agli occhi di Goethe i dipinti dei pittori rinascimentali, i monumenti di Roma, i templi di Segesta e di Selinunte sono singole parole che, sebbene pronunciate a secoli di distanza, nel loro insieme formano una frase di senso compiuto che dice la grandezza dell’uomo, la sua lotta coraggiosa contro l’insidia del tempo, contro l’informe e la barbarie, contro la tensione all’abisso. L’Italia, per Goethe e per generazioni di artisti, è il paese della Gioia perché qui, attraverso la bellezza, l’Umano ha trovato il suo compimento.

Oggi per migliaia di profughi l’Italia è ancora il sospirato paese della Gioia. Poiché la sua storia è fatta di millenari incontri, scambi e reciproche contaminazioni con lo Straniero, questa storia severamente obbliga gli Italiani di oggi. Perché solo lo straniero ci permette di essere noi stessi, facendo di noi uno straniero.