Generazioni a confronto: intervista doppia madre/figlia

IMG_8640.jpg

Intervista doppia di Alessandra Bruno (Corriere Adriatico, 02/07/2017) – Cinzia e Lucrezia, gli stessi occhi color del mare, raccontano la loro vita incrociata di donne da copertina, molto riconosciute nel Maceratese e non. E danno vita a un confronto aperto come le loro menti. La prima, classe ’54, è un avvocato, la seconda, 29 anni, una filosofa. (segue il testo integrale dell’intervista)

  • La filosofia è legge, o la legge è filosofia?

Lucrezia: In principio fu la Legge per me. Fin da piccola sono vissuta immersa nell’“avvocatese”: tra pratiche e memorie, udienze e sentenze. La professione di mia madre è stata fondamentale nell’inculcarmi due pilastri fondamentali: la passione per il dubbio e la fede, senza sé e senza ma, nel garantismo. Un buon antidoto contro i tanti moralisti e i tanti forcaioli che popolano le aule di filosofia.

Cinzia: Col tempo abbiamo unito legge e filosofia. Io nelle mie iniziative mi pregio di citare qualche filosofo e consiglio Lucrezia con riferimenti alla cultura giuridica. Organizziamo insieme iniziative in cui si parla di filosofia del crimine con avvocati e filosofi. Del resto quando era piccola Lucrezia voleva fare l’avvocato con tanto di finta targa sulla porta della cameretta. Poi ha scelto la facoltà di filosofia, ma il primo amore non si scorda mai…

  • La ammiri… quando?

Lucrezia: Quando sposa una causa e va fino in fondo senza fare sconti a nessuno.

Cinzia Maroni
AVVOCATESSA DEGLI APERITIVI CULTURALI – Stefania Maroni detta Cinzia è avvocata cassazionista si occupa in particoare di diritto civile e matrimoniale. Presiede il comitato per le pari opportunità dell’ordine degli avvocati. Organizzatrice degli “Aperitivi Culturali” della stagione lirica dello Sferisterio di Macerata

Mia madre è una delle donne più forti e determinate che conosco. Nel lavoro e nella vita privata. Mi ha insegnato cosa vuol dire essere una vera femminista: una donna libera che ha il diritto di diventare ciò che desidera senza chiedere il permesso a nessuno. E la ringrazio perché ha fatto lo stesso con me: mi ha aiutato a capire che la nostra diversità è la nostra forza.

Cinzia: Quando è sul palco o è chiamata a dire la propria. Ha una grande facilità di comunicazione che è sicuramente frutto di studio, ma anche una dote naturale che ha avuto fin da piccola. Quando ha fatto la prima comunione e le abbiamo chiesto per scherzo di fare un “discorso”, lei ci ha preso sul serio e ha “arringato” gli invitati. Forse è per questo che poi si è trasformata in un’atea militante…

  • Cosa non sopporti di lei?

Lucrezia: Mia madre non è una donna dalle passioni “temperate”. Diciamo che perde spesso le staffe, per usare un eufemismo (questa risposta me la farà pagare). Scherzi a parte, nel bene e nel male, ha un carattere coriaceo, proprio come il mio. Alla fine, passata la tempesta, ci vantiamo del nostro essere delle inguaribili “donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Prendere o lasciare.

Cinzia: Non sopportare è una parola grossa. Certo che la sua testardaggine a volte può far saltare i nervi. Difende la sua posizione fino allo sfinimento e convincerla a cambiare idea non è facile. Non ho mai potuto dire “perché no e basta”. E allo stesso tempo, spesso è troppo prudente, non scommette se non ha la certezza di vincere. E nella vita, alle volte bisogna buttarsi, senza certezza di come andrà a finire.

  • Amiche per la pelle o “gerarchia”?

Lucrezia: Oggi (ho quasi trent’anni, sic!) tra noi c’è un rapporto adulto e paritario. Anche se non ho mai smesso di chiederle consigli su tutto: dall’abbigliamento alla vita lavorativa e sentimentale. Quando il mare è in burrasca, la mamma è sempre il porto più sicuro. Ma durante l’adolescenza, non ho avuto “una mamma per amica”. Bastava un’occhiata fulminante e sapevo che dovevo cambiare musica. Ma ha saputo accettare e appoggiare tutte le mie scelte di vita senza giudicarle.

Cinzia: Dovrebbe dirlo Lucrezia… Ma non ho avuto quasi mai bisogno di imporre la mia autorità. Comunque l’ho sempre trattata da “grande”, abbiamo discusso di tutto fin da quando era piccolissima. Devo dire che spesso mi fido più del suo giudizio che del mio ed ho una cieca fiducia sulla sua capacità di cavarsela.

  • Quella volta che ti ha ispirato…

Lucrezia: Quando ero piccolissima, ho flebili ricordi di lei che passava nottate chiusa in studio a preparare febbrilmente l’esame da avvocato. Con una bambina piccola, ha rinunciato alle certezze del posto fisso per seguire la sua passione e si è buttata senza rete nella libera professione. Ecco, nella vita vorrei essere altrettanto coraggiosa nel seguire ciò che amo.

Cinzia: Mi ha ricordato di avere un rapporto diverso e migliore con mia madre. La mia è una generazione che ha avuto rapporti conflittuali con i genitori. La rottura generazionale era molto marcata e andava dai gusti musicali al diverso concetto di libertà di movimento e di autonomia dei figli. Era impensabile un rapporto confidenziale e paritario. Ho capito che tocca a me colmare questo divario.

  • Passioni condivise?
Lucrezia Ercoli.png
LA FILOSOFA ART DIRECTOR DI POPSOPHIA – Lucrezia Ercoli è dottore di ricerca in Filosofia all’Università Roma Tre. Insegna all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e di Macerata. È la direttrice artistica del festival “Popsophia”. Scrive su diversi quotidiani nazionali.

Cinzia: Senz’altro la letteratura, fin da quando, per farla addormentare, le leggevo “Senza Famiglia”. Fino alle medie sono stata io a consigliarle le letture, ho tentato di farle leggere di tutto per appassionarla alla lettura. Ora i romanzi ce li scambiamo. Mi ha perfino convinto a leggere gli ebook sul Kindle. Con il passare del tempo dalla letteratura (che pure rimane) siamo passate ad altre forme di “romanzo”: le fiction americane! Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi iniziata a “Trono di Spade”.

  • Il tuo mantra?

Lucrezia: La donna dei mantra è mia madre: ha la citazione giusta per ogni occasione. Infatti c’è un proverbio che mi ripete spesso: chi ha la mamma non piange…

Cinzia: Il mio mantra sono “I Promessi Sposi”.  Dal “si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi” a “Così va il mondo…anzi andava”; da “Carneade chi era costui…” al “del senno di poi sono piene le fosse”. A seconda delle occasioni cerco di usare la citazione più appropriata.

  • La rimproveri perché…

Lucrezia: È permalosa e prende tutto sul personale. E quando le dico “prendila con filosofia” non reagisce bene…

Cinzia: La rimprovero di non divertirsi abbastanza. È una stakanovista e per il lavoro fa troppe rinunce.

  • Un ricordo indelebile che vi lega?

Lucrezia: Tutte le mattine, per i cinque anni di scuola elementare, mi ha accompagnato a scuola. Con la stessa colonna sonora a tutto volume: l’Idomeneo di Mozart. È sempre stata una melomane maniacale e ha cercato di trasmettermi questa passione. Arrivavo a scuola cantando “fuor del mar ho un mare in seno”. Ho avuto un’infanzia difficile…