Che la forza sia con te! – presentazione del libro il 3 novembre ad Ascoli Piceno

Che la forza sia con te! Esercizi di Popsophia è l’ultimo libro della Direttrice Artistica di Popsophia, Lucrezia Ercoli, edito da “Il Nuovo Melangolo” (Genova, 2017). L’autrice presenterà il libro in anteprima nazionale venerdì 3 novembre alle ore 17:30 ad Ascoli Piceno presso il foyer del Teatro Ventidio Basso. Saranno presenti insieme all’autrice il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, la direttrice dell’Ufficio Scolastico Provinciale Carla Sagretti. Al termine ci sarà la degustazione offerta dalla cantina Borgo Paglianetto.

Un legame già consolidato quello tra Popsophia e la città di Ascoli Piceno che ospiterà nel mese di febbraio la seconda edizione del festival nazionale Cinesophia, l’unico festival interamente dedicato alla “Filosofia del Cinema”.

“Che forza sia con te” affronta macro argomenti (Cinesophia, Philofiction, Televisivamente e Mythologies) dove l’autrice indaga i fenomeni della cultura di massa contemporanea attraverso i paradigmi della riflessione filosofica: una raccolta di saggi che ci accompagnano nel viaggio filosofico del genere internazionale della pop-filosofia.

La filosofia si trasforma in un fertile e divertente esercizio critico che gioca con la moda, la pubblicità, il cinema, i telefilm, i fumetti, la musica, i social network: fenomeni pop che diventano il sensibile sismografo delle domande e delle passioni del presente.

Dall’introduzione dell’autrice: «La popsophia – parafrasando impunemente il Socrate del Teeteto di Platone – assomiglia all’arte delle levatrici, pur operando sulle pop-star, sulle fiction, sui programmi tv, sui fumetti, sui best-seller, sul reality show e non sulle partorienti. Un tentativo di discernere, in mezzo alle infinite sollecitazioni del presente, nuove domande, nuovi strumenti, nuovi linguaggi, nuove idee. La popsophia che ispira queste pagine, insomma, è un’avventura sentimentale e perversa, esposta e vulnerabile, aperta alla contraddizione, all’errore e al fraintendimento. Perché alla fine, parafrasando Roland Barthes, “le cose intellettuali dovrebbero assomigliare alle cose amorose”»