COMUNICATO STAMPA – Una scommessa: modificare un format che funzionava, a cui tutti erano affezionati, proprio nell’anno della celebrazione del decennale, cambiando perfino il nome, da Popsophia a Rocksophia. Quasi un’eresia, o un’ “acuta follia” come la direttrice artistica ha tradotto per la prima volta il neologismo Popsophia. Ma al termine di questa edizione densissima quella scommessa appare completamente vinta e la prova superata.
Le tre serate di Rocksophia al Varco hanno entusiasmato un pubblico che in larga parte ha partecipato a tutti gli appuntamenti, riuscendo a cogliere il senso di un’operazione nuova e affascinante.La direttrice artistica traccia un bilancio alla fine di queste tre giornate che hanno avuto un prologo giovedì allo Shada con una lunga maratona filosofica che ha riunito gli amici del festival quella generazione nuova di giovani filosofi e filosofe che in barba all’Accademia hanno voluto arricchire la storia del pensiero di contenuti nuovi e popolari. “Rocksophia è stato un viaggio iniziatico – ha sottolineato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – tre serate che però erano un progetto unitario, come puntate di un unico film che abbiamo voluto costruire assieme al nostro pubblico che lo ha subito capito. Le parole chiave che avevamo scelto: cambiamento, crisi e rinascita, sono state le lenti con le quali abbiamo osservato questi nostri tempi per cercare, come dice Battiato, l’alba dentro l’imbrunire. Una rinascita che è stata un rito collettivo attraverso le tante voci che hanno calcato il palco. Il successo di pubblico, ma ancora di più i tanti commenti positivi di chi ci ha seguito e ha fatto di tutto per esserci ci rende orgogliosi di aver portato avanti questa novità”.